Si riporta di seguito l'elenco dei principali atti (leggi, decreti,
regolamenti) del Regno delle Due Sicilie per il 1818, sotto Ferdinando
I, come pubblicati sulla Collezione delle leggi:
- Legge organica sulla Corte dei Conti e relativo Regolamento; - Decreto per l'organizzazione della Real Segreteria e ministero di Stato presso il Luogotenente generale de'domini oltre il faro; - Decreto per la libera esportazione degli oli; - Decreto di rettifica dei reali suggelli per i ministri di Stato e per le dipendenti amministrazioni; - Decreto che regola la promozione da colonnello a maresciallo di campo; - Decreto sugli armigeri provinciali; - Decreto che regolamenta la forma della Collezione delle leggi e de' decreti reali; - Decreti che prescrivono il fuori corso delle monete d'oro e d'argento estere, tranne i pezzi duri; - Legge sul reclutamento dell'armata; - Decreto sullo stato maggiore dell'esercito; - Legge che prescrive l'osservanza del Concordato tra Regno delle Due Sicilie e Santa Sede; - Legge che prescrive l'osservanza dei trattati tra Regno delle Due Sicilie e corti di Francia, Spagna e Inghilterra; - Decreto che istituisce una biblioteca pubblica a Reggio Calabria; - Decreto relativo alla tipografia del Real Ministero della Cancelleria generale; - Legge che prescrive il sistema monetario del Regno; - Decreti che istituiscono una scuola d'agricoltura pratica nei comuni di Agnone, Morcone, Larino, Campobasso, Riccia e Isernia e in altri comuni del Molise; - Decreto che istituisce un'accademia di ballo e musica a Cosenza; - Decreto relativo ai membri degli ordini cavallereschi che siano condannati a pene capitali o minori; - Decreto per la divisione delle terre demaniali; - Decreto che istituisce un ente per il mantenimento e l'istruzione dei non vedenti non abbienti; - Legge di navigazione; - Decreto che nomina Metternich a duca di Portella; - Decreto sulle amministrazioni diocesane; - Decreto che pone il divieto di estrazione dei bozzoli da sete; - Legge che istituisce i maggiorascati e relativo regolamento; - Legge che prescrive l'osservanza di una convenzione con la S. Sede per l'arresto dei malviventi; - Decreto che regola l'esercizio del diritto di albinaggio e decreti relativi diversi; - Decreto organico dei fucilieri reali; - Decreto che regola la spedizione dei passaporti; - Legge organica degli archivi; -
Gli atti indicizzati sono desunti dal progressivo spoglio della Collezione delle leggi e de' decreti reali del Regno delle Due Sicilie. I regesti sono pubblicati dal e sul blog Decretiamo, mentre sigilli, stemmi e documenti correlati sono censiti su Stemmi e Sigilli.
domenica 15 marzo 2015
Atti principali del 1818
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lunedì 8 aprile 2013
"Figlio carissimo". Lettera del padre-re al figlio-principe reggente
Si riporta di seguito il testo integrale della Lettera di S.M. il Re a S.A.R. il Principe Reggente inviata da Ferdinando I a suo figlio Francesco, e spedita da Lubiana il 28 gennaio 1821, come pubblicata sotto il numero 1 di registro della Collezione delle leggi del Regno delle Due Sicilie di quell'anno.
Figlio Carissimo,
Voi ben conoscete i sentimenti che mi animano per la felicità de' miei popoli, ed i motivi pe' quali solamente ho intrapreso ad onta della mia età e della stagione un così lungo e penoso viaggio. Ho riconosciuto che il nostro paese era minacciato da nuovi disastri, ed ho creduto perciò che nessuna considerazione dovesse impedirmi di fare il tentativo che mi veniva dettato da' più sacri doveri. Fin da' miei primi abboccamenti con i Sovrani, ed in seguito delle comunicazioni che mi furono fatte delle deliberazioni che hanno avuto luogo dalla parte de' Gabinetti riuniti a Troppau, non mi è restato più dubbio alcuno sulla maniera colla quale le Potenze giudicano gli avvenimenti accaduti in Napoli dal dì due di luglio fino a questo giorno. Le ho trovate irrevocabilmente determinate a non ammettere lo stato di cose che è risultato da tali avvenimenti, né ciò che potrebbe risultarne, e riguardarlo come incompatibile colla tranquillità del mio regno e colla sicurezza degli Stati vicini, ed a combatterlo piuttosto colla forza delle armi, qualora la forza della persuasione non ne producesse la cessazione immediata. Questa è la dichiarazione che tanto i Sovrani, quanto i plenipotenziarj rispettivi mi hanno fatto, ed alla quale nulla può indurli a rinunciare. E' al di sopra del mio potere, e credo di ogni possibilità umana, di ottenere un altro risultato. Non vi è dunque incertezza alcuna sull'alternativa nella quale siamo messi, né sull'unico mezzo che ci resta per preservare il mio regno dal flagello della guerra. Nel caso che tale condizione sulla quale i Sovrani insistono sia accettata, le misure che ne saranno la conseguenza, non verranno regolate se non che colla mia intervenzione. Debbo però avvertirvi che i Monarchi esigono alcune garentie giudicate momentaneamente necessarie per assicurare la tranquillità degli Stati vicini. In quanto al sistema che dee succedere all'attuale stato di cose, i Sovrani mi hanno fatto conoscere il punto di vista generale sotto cui essi riguardano tal quistione. Essi considerano come un oggetto della più alta importanza per la sicurezza e tranquillità degli Stati vicini al mio regno, per conseguenza dell'Europa intera, le misure che adotterò per dare al mio Governo la stabilità della quale ha bisogno, senza voler restringere la mia libertà nella scelta di queste misure. Essi desiderano sinceramente che, circondato dagli uomini i più probi ed i più savj fra' miei sudditi, Io consulti i veri e permanenti interessi de' miei popoli, senza perder di vista quel che esige il mantenimento della pace generale, e che risulti dalle mie sollecitudini e da' miei sforzi un sistema di governo atto a garentire per sempre il riposo e la prosperità del mio regno, e tale da render sicuri nel tempo stesso gli altri Stati d'Italia, togliendo tutti que' motivi d'inquietudine che gli ultimi avvenimenti del nostro paese aveano loro cagionato. E' mio desiderio, carissimo Figlio, che voi diate alla presente lettera tutta la pubblicità che dee avere, affinché nessuno possa ingannarsi sulla pericolosa situazione nella quale ci troviamo. Se questa lettera produce l'effetto che mi permettono d'aspettarne tanto la coscienza delle mie paterne intenzioni, quanto la fiducia ne' vostri lumi e nel retto giudizio e lealtà de' miei popoli, toccherà a Voi a mantenere frattanto l'ordine pubblico finché Io possa farvi conoscere la mia volontà in una maniera più esplicita per lo riordinamento dell'amministrazione. Di tutto cuore intanto vi abbraccio, e benedicendovi mi confermo il vostro
Affezionatissimo Padre
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